Questa la dedico ai ragazzi del quartiere,
A chi è cresciuto in mezzo a tutto ciò che nn vorreste mai vedere,
Fra l’esercito, i caramba, la locale e le pantere,
Coi padri coi tatuaggi e le storie di galere.
Sono storie di povertà nel rione,
Di chi spaccia il fumo per campare una stagione,
Di chi sabato sera è all’arco, zona di cacciagione,
Ma poi torna a piedi in zona popolare di Ardissone.
Sta città è una Via Crucis come una crocifissione,
Ti pugnala alle spalle come Giuda quell’infamone,
Io non entro in collisione con sti cavalli da competizione
Razza di coglione che ti sballi coi magreba alla stazione.
Sono tagli e cicatrici sulla fazza di un guaglione,
Stroncato dalla depressione, dalla consapevolezza di essere testimone
Di avere la certezza di questa strana ossessione.
In questa vita ho visto già tutto da anni,
Gli sbatti per i grammi, gli scazzi, gli smazzi in piazza Gramsci,
Le panette di ashish, incassi incarti e strappi,
Coi turchi che segnalano gli allacci, segnati dalle siringhe sui bracci,
E intanto scappi, da una vita che non riesci a regolarti,
Influenzato persino dal giudizio degli altri
Quando capisci che di questa merda non puoi accontentarti.
Quindi vuoi di più e devi reinventarti
E trovare la tua strada usando casse quattro quarti,
Non busta tanita e grammate di ashish,
Lasciati sabato sera così almeno ti sfasci,
A noi cresciuti da animali abbandonati, scafazzati,
Come neuroni sani che bruciati alla scuola di fighetti emarginati
In quanto un poco non allineati, un poco pure drogati,
Con le crisi d’astinenza per i grammi fumati
In una scuola di precisi, gli unici visi sbagliati,
Segnati e tatuati da storie pazze e da pusher fidati e da pushini esagerati,
Saluto chi adesso mi sta guardando dal cielo
E forse sperano anche loro che ce la farò davvero,
Ringrazio mia mà, mio pà, mio frà e sono sincero,
Con le lacrime agli occhi anche il mio amico di Roserio.
One Love,
Per tutta la gente vera. Per chi ha creduto in me,
Per chi c’è stato. Per chi c’è ora e ci sarà sempre.
Respect.